Il manifesto femminista di una patriota
Anna Maria Mozzoni, originale figura di donna risorgimentale, pubblicò nel 1864 il suo manifesto femminista, dal titolo: La donna e i suoi rapporti sociali.
In diciotto punti programmatici, l'autrice affronta degli aspetti fondamentali per la condizione femminile italiana nella seconda metà dell'Ottocento:
[...] La donna deve dunque protestare contro la sua attuale condizione, invocare una riforma, e chiedere:
1. Che le sia impartita un'istruzione nazionale con larghi programmi.
2. Che sia parificata agli altri cittadini nella maggiorità.
3. Che le sia concesso il diritto elettorale, e sia almeno elettorale, se non eleggibile.
4. Che l'equilibrio sia ristabilito fra i coniugi.
5. Che la separazione dei beni del matrimonio sia diritto comune.
6. Che l'adulterio ed il concubinato soggiacciano alle stesse prove legali ed alle stesse conseguenze.
7. Che il marito non possa rappresentare la moglie in nessun atto legale, senza suo esplicito mandato.
8. Che siano soppressi i rapporti d'obbedienza e di protezione, siccome ingiusta l'una, illusoria l'altra.
9. Che nel caso che la moglie non voglia seguire il marito, ella possa sottoporre le sue ragioni ad un consiglio di famiglia composto d'ambo i sessi.
10. Che il marito non possa alienare le proprie sostanze sia a tìtolo oneroso, sia gratuito, né obbligarle in nessun modo, senza consenso della moglie, e reciprocamente - Dacché il coniuge sciupatore dev'essere mantenuto dall'altro, è ben giusto che la controlleria sia reciproca.
11. Che la madre sia contutrice, secondo lo vuole diritto naturale.
12. Che il padre morendo elegga egli stesso un contutore, e la madre a sua volta elegga una contutrice ai suoi figli.
13. Che sia ammessa la ricerca della paternità, e soggiaccia alle prove legali, alle quali soggiace l'adulterio.
14. Che si faccia più severa la legge sulla seduzione, e protegga la donna fino ai venticinque anni.
15. Che sia la donna ammessa alla tutela ed al consiglio di famiglia.
16. Che abbia la tutrice gli stessi diritti del tutore; e, dove v'abbia discordia, giudichi in prima istanza il consiglio di famiglia, quindi il tribunale pupillare.
17. Che siano aperte alla donna le professioni e gl'impieghi.
18. Che possa la donna acquistare diritti di cittadinanza altrimenti che col matrimonio.
[...]
La Mozzoni, appartenente all'altra borghesia milanese, fu educata nel Collegio delle fanciulle di Milano ma si formò soprattutto in casa, attraverso le letture consentitele dalla ricchissima biblioteca paterna.
Ebbe in giovane età una figlia, ma non rivelò mai l'identità del padre.
A 39 anni sposò il conte Malatesta Covo Simoni, più giovane di lei di dieci anni.
Pubblicò numerosi saggi sulla condizione delle donne.
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