Milano nel 1860
All'indomani dalla liberazione dagli austriaci (con la vittoria della Seconda guerra d'Indipendenza, nel 1859) Milano conta 200.000 abitanti ed è una città estremamente vivace sotto molto punti di vista.
Massimo D'Azeglio viene nominato governatore di Milano il 13 febbraio 1860 (con sede nel Palazzo Reale).
Ma il 29 settembre lascia l'incarico e si ritira nella sua villa di Cannero sul lago Maggiore.
Due giorni dopo la nomina del D'Azeglio, Vittorio Emanuele si reca in vistia ufficiale a Milano con Napoleone III e Cavour. Riceve numerose personalità cittadine, tra cui Alessandro Manzoni il quale pochi giorni dopo vieneè nominato senatore del Regno d'Italia.
La città è in continua trasformazione e si modernizza, al punto di rinunciare a strutture architettoniche quali la demolizione del chiostro di Chiaravalle, stabilita per consentire il passaggio della linea ferroviaria.
Ma si erigono anche statue per i nuovi venti politici.
Sul Duomo vengon poste le statue di San Napoleone ovvero San Neopolo martire (in omaggio a Napoleone III), Sant'Amedeo (in omaggio ai Savoia) e San Ferdinando (in omaggio al figlio secondogenito di Carlo Alberto).
Al Teatro La Scala si adotta nel 1860 il magico il sistema d'illuminazione a gas che donerà al Teatro il grande effetto di luminaria urbana.
E si apre, nel 1860, il nuovo ospedale Fatebenefratelli in via S. Vittore, nel caseggiato detto di S. Maria di Loreto che poi sarà chiuso alla fine dell'anno 1912.
Nella città operano grandi figure di intellettuali.
Sempre nel 1860 Alessandro Manzoni inizia l'opera: La rivoluzione francese del 1789 e la rivoluzione italiana del 1859 (lavoro incompleto che prosegue fino al 1873).
Camillo Boito si reca a Milano per insegnare all'Accademia di Brera, dando avvio ad un'idea di architettura nazionale.
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