La battaglia di Hastings

- Parla Blanche -

[Racconto di Paola Manoni]

 

"Si eccellenza, useremo la lana e sarà un'opera tessile degna della grandezza di vostro fratello, non abbiate tema" - dico a sua eccellenza.
Ho fatto una scoperta meravigliosa. Non sono solo le procelle ad abbattersi sulla povera gente. Qualche volta anche la dea bendata ci assiste.
Il vescovo Oddone ha appena ordinato a me e alle mie ragazze ricamatrici un'opera che descriva mirabilmente tutta la storia dei suo fratellastro, Guglielmo il Conquistatore.
"Non presterò il mio ago per ricamare le gesta dell'assassinio della mia famiglia!" - questo l'orientamento di Evelyn, analogamente ad altre ricamatrici di stirpe sassone.
"Suvvia! Guardate il lato positivo delle cose!" - cerco di persuaderle - "Non solo prendiamo i soldi ma possiamo orientare il ricordo delle gesta di Guglielmo con scelte figurative che competono solo noi!
Non faremo certamente di questi normanni dei santi!".
L'argomento sembra convincere più d'una delle ragazze.
Il vescovo è stato sufficientemente generico e si attende soltanto un'opera mastodontica che celebri Guglielmo e che decori il palazzo vescovile di Bayeux.
"E sia!" - risponde Evelyn che nella battaglia di Hastings ha perso padre, fratello e zio - "ma nelle decisioni, sia ben chiaro, entreranno tutte le ricamatrici sassoni. Affare fatto Blanche?".
"Affare fatto" - prometto lealmente.
Chiudiamo il laboratorio un po' frastornate.
Forse mi sono sbilanciata troppo con le ragazze e per questo ora, non riesco a dormire.
Ma forse saranno le pernici arrosto che ho mangiato a cena oppure le preoccupazioni per l'aspetto politico della commessa di questo arazzo?
Oppure perché non ho mai osato o sperato di avere qualche soldo nella mia vita?
Rimango sveglia e tra le mille ipotesi che affollano la mia mente mi sembra di poter ravvedere una soluzione possibile.

 

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Arazzo di Bayeux narrante la battaglia di Hastings, al momento della tessitura (Per leggerne la descrizione proseguire nel link). Dei lunghi fili corrono orizzontalmente a costituire la trama del tessuto che prende forma. La striscia oblunga di stoffa è confezionata da diverse mani operose che si muovono sui fili del telaio. La parte tessuta, a sinistra della scena, mostra due imbarcazioni normanne. Particolare delle mani delle tessitrici.Particolare delle navi normanne.
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E se affido a ciascuna della ragazze un pannello?
Poi possiamo cucirli assieme in modo da montarli su di un'unica striscia.
Mi sembra una buona soluzione, sì! Possiamo allestire diversi telai e dividere il lavoro a gruppi.
Compro 80 matasse di filo di lana e dispongo quindici telai.
Come si sa, i telai da arazzo sono molto grandi. E' disposto verticalmente, formato da due rulli lunghi, fino a sette metri, tenuti da due montanti. Dal rullo in alto si distendono il fili dell'ordito e dunque si cala la struttura interna mentre sul rullo in basso si avvolge il tessuto in corso di lavorazione.
Per risparmiare adopereremo per l'ordito dei fili di canapa che andranno pure ad irrobustire la struttura mentre la trama costituirà il lavoro da ricamo.
"Che tecnica usiamo?" - mi domanda Evelyn quando montiamo i telai.
"Cara" - replico affettuosamente - "eseguiremo questo arazzo ad "alto liccio".
Vi dovrete sedere dietro il telaio, tenendo il cartone di modello alle vostre spalle".
"Ufff! Ma così è un lavoraccio!" - commenta Grivel, una ragazza di origine vichinga.
"Sia quel che sia, dobbiamo guadagnarcelo questo lavoro" - ribadisco seccamente.
Il giorno della Candelora, a quattro anni di distanza dalla battaglia di Hastings, incominciamo il lavoro.
Corre l'anno 1070 e i miei capelli iniziano ad ingrigire.
Per far lavorare le ragazze in santa pace preparo io stessa i cartoni. Passo le mie giornate interamente immersa nel disegno.
Mi preoccupo dell'abbigliamento delle figure, dei castelli normanni. E devo documentarmi della navi. Ad esempio dell'ammiraglia, la così detta Mora su cui navigava Guglielmo, ora attraccata a Plymouth.
Evelyn finalmente è entrata in squadra e con me si preoccupa della realizzazione dell'opera.

 

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Arazzo di Bayeux narrante la battaglia di Hastings, al momento della tessitura (Per leggerne la descrizione proseguire nel link). Dei lunghi fili corrono orizzontalmente a costituire la trama del tessuto che prende forma. La striscia oblunga di stoffa è in lavorazione e si vede sulla parte destra un braccio di una tessitrice. La parte tessuta, a sinistra della scena, mostra due baldacchini coperti da tende su cui si vedono diverse persone. Particolare di un baldacchino coperto da una tenda.Particolare di un baldacchino con una copertura rotonda.
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Sogna di guadagnare qualcosa e ripete sempre che, uno dei primi acquisti sarà l'unguento per volare che certe streghe di sua conoscenza possono venderle.
Evelyn decide di tingere la lana di otto colori naturali e si cura personalmente della tintura.
Come promesso, mantengo la parola data e con tutte le ricamatrici decidiamo la storia da rappresentare.
Così partiamo dall'avventura del duca Aroldo Godwinson, fratellastro di re Edoardo il Confessore, la cui nave naufragò presso i possedimenti del conte Guy de Ponthieu nel 1064.
Il duca venne tratto in salvo e fatto prigioniero da Guy che pensò di liberarlo dietro riscatto.
In questa vicenda coinvolgiamo anche la figura di Hélas, una spia di Guglielmo, attraverso il quale il Conquistatore pretese e ottenne di avere in consegna Aroldo. Guglielmo nominò Aroldo cavaliere a Rouen. Rappresentiamo la cerimonia per filo e per segno, nonostante alcune resistenze da parte delle ragazze sassoni perché mostriamo chiaramente come Aroldo giurò sulle ossa di un santo che avrebbe sostenuto Guglielmo nella successione ad Edoardo il Confessore. Ma la promessa, per qualche motivo giusto o ingiusto, venne poi meno.
Aroldo tornò sull'isola e si fece incoronare re alla morte di Edoardo.
Dobbiamo anche preservare una certa obiettività e, se da un lato ammettiamo le debolezze di Aroldo, dall'altra esprimiamo in modo molto chiaro la crudeltà normanna.
Il lavoro più duro è per me ricostruire i luoghi, gli edifici. Ad esempio il castello di Edoardo a Westminster.
La stoffa inizia a prendere corpo, avvolta sul rullo inferiore dei telai, e prende anche forma un punto che introduciamo per questo arazzo.
"Bene, ragazze! Chiamo questo modo di ricamare: punto di Bayeux. Passerà alla storia, vedrete" - in tal modo esorto le ragazze a sentirsi parte di un'impresa comune.

 

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Arazzo di Bayeux narrante la battaglia di Hastings, al momento della tessitura (Per leggerne la descrizione proseguire nel link). Dei lunghi fili corrono orizzontalmente a costituire la trama del tessuto che prende forma. La striscia oblunga di stoffa è tessuta a sinistra della scena, dove si mostrano due distinti quadri: l'immagine del futuro re Guglielmo in Conquistatore e tre cavalieri normanni a cavallo. Sul lato destro si vede una mano di una ricamatrice. Particolare del quadro con i tre cavalieri a cavallo.Particolare del quadro con il re.
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Ricamiamo per interi anni l'arazzo e produciamo una quantità incredibile di pannelli, ognuno rappresentante una scena unitaria.
I miei capelli sono definitivamente bianchi nel 1082, quando consegniamo l'arazzo al vescovo.
Qualche misura: l'arazzo è lungo settanta metri e largo cinquanta centimetri. Si presenta, come detto, sotto forma di immagini distinte. Ogni immagine ha, per volere del vescovo, un commento in lingua latina. Nessuna di noi sa capirci un'acca di quella scrittura... non sappiamo leggere, purtroppo.
Però sappiamo contare, sicché posso dire che nell'arazzo vi sono rappresentati seicentoventisei personaggi, duecentocinquanta tra cavalli e muli, circa cinquecentocinquanta animali di tutti i generi, senza conteggiare i castelli, le chiese e altri luoghi o anche la varietà di imbarcazioni. Fatto sta che vi sono esattamente millecinquecento figure in totale.
Ci siamo dovute inoltrare anche nella rappresentazione di tecniche e di attrezzature militari.
Ora che l'arazzo è finito mi sento molto depressa. Mi sembra di non avere nulla da fare nella vita.
In questi anni sono cambiate diverse cose.
Molte ragazze si sono sposate. Evelyn aspetta un bambino e per risparmiare soldi ha rinunciato a comprare il prezioso unguento delle streghe.
Con i guadagni che ho ottenuto voglio costruire un laboratorio più grande, che possa dare lavoro ad altre ragazze.
Voglio intraprendere nuove iniziative e fare della storia una narrazione ricamata perché le nuove generazioni leggano, oltre alla scrittura della penna sulla carta e sulla pergamena, anche la figura in punta d'ago.

 

 

 

 

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