Sono molti giorni che il vecchio Jo Farfalla, con fatica e determinazione, fa la posta ad un magnifico trombone selvatico.
"Dev'esserci tanto di quel polline la dentro da far venire l'asma ad un'ape!" confessa Jo a Frank Coccino, che lo prende in giro per i suoi lunghi appostamenti.
"D'accordo" osserva Frank:
"Ma se ti piace tanto cosa aspetti?".
"Cosa aspetto? Aspetto di prendere il volo e, con un triplo carpiato, di finire lì dentro".
"E ... perché non lo fai?" s'informa il ragazzo, ma Jo sbuffa insofferente:
"Secondo me vi chiamano coccinelle perché siete di coccio!" e non aggiunge altro. Frank continua:
"Va beh, come vuoi, a proposito, questa è la passata di pistilli che ti manda Nemo. Se la vuoi, bene, altrimenti ci vediamo domani ... sempre che tu sia ancora di vedetta quassù, perché ... ehm ... non ho ancora ben capito da che dipende...".
Il vecchio spiega con aria di sufficienza:
"Dipende dallo scoprire o meno se c'è qualcuno nel calice".
"Ah! Ora capisco ... il problema è che potresti commettere un ... come dire? Un 'esproprio floreale'. Potresti passare per un ladro di essenze, uno zotico maleducato e potresti anche violare una proprietà privata o provvisoria che dir si voglia ... giusto?".
"Più o meno" risponde spazientito e alquanto laconico Jo Farfalla, ma aggiunge subito:
"... Anche se potrebbe essere un fiore disabitato!" e, arraffando la passata di pistilli l'annusa inebriato.
"Ne vuoi un po'?" domanda all'amico.
"No grazie Jo, mi fa venire l'aria nella pancia" replica l'altro con una smorfia.
Poi Jo riprende:
"Comunque io ho forti sospetti che quel fiore sia disabitato".
"Nemo vuole venirlo a vedere" lo informa Frank.
"Che venga...se riesce ad arrivare fin quassù...".
"In effetti è un po' ripido" constata il ragazzino perplesso, poi chiede:
"Perché credi che sia disabitato?".
"Perché è proprio sotto un picco!" risponde trionfante il vecchio Jo.
"Embè?".
"Embè, è una posizione scomoda e molto, molto pericolosa. Tu faresti un nido lì? Avanti, dimmi: tu faresti un nido lì? Magari ne saresti anche capace! Ne saresti capace? Avanti, dì un po'! ... " incalza Jo petulante.
"Ehi, Jo, stai parlando a cappero o cosa? Calmati accidenti! Non m'interessa il tuo trombone e no, non mi farei la tana lì. Primo, perché il polline sul guscio mi fa venire i pruriti, secondo, perché lo capisce anche un moschino che alla prima pioggia da quel picco colerà di tutto! Quindi, farfalla bella, chetati! Sei tu che stai facendo le poste a quella cesta di petali schifosamente profumati, mica io!".
"Infatti, ragazzo, e penso che ne abbiamo discusso anche troppo. Cambiamo discorso: Nemo sta bene? Come vanno le cose giù alla radura?".
"Tutto sotto controllo, Bacca a parte. Ieri lo abbiamo dovuto sbrogliare tre volte".
"Che cavolo di tessitore ... il baco più impicciato che conosca" commenta Jo Farfalla con un velo d'affetto.
"Ah, a proposito, proprio lui ti manda a dire di badare bene a dove ti posi domani" riferisce Coccino.
"Oh bella, perché?" domanda l'amico scettico.
"Pioverà".
"No che non pioverà".
"Ti dico che pioverà! Lo sai che il Bacca non sbaglia mai, lo sente dal filo".
"E io dalla schiena, che, per l'appunto, oggi non mi duole, ergo: il Bacca si sbaglia".
"E va bene" conclude Frank alzandosi dalla puntuta ghianda dove sta seduto:
"Sei proprio sicuro di non voler venir via da qui?".
"Te l'ho detto Frank, quel trombone è troppo gustoso! E, vista l'aria che tira, mi sa che è l'ultimo della stagione. Capisci da te, quindi. Il problema è quel picco, ahimé, si, insomma, quell'infausta posizione. Ma conto di conquistarlo domani. Anzi, dì a Nemo che mi aspetti per cena".
"Va bene" replica mite Coccino e cominciando a scendere dal dosso.
Jo Farfalla, di fianco alla tendina di petali di bucaneve che ha eletto come campo base lo saluta.
Frank risponde con un sorriso allontanandosi in fretta:
"Abbi cura di te questa notte! E se tira una brutta aria, per favore raggiungici. Sarà l'ultimo trombone della stagione ma non l'ultimo della storia...si spera!" .
La notte sul picco si annuncia lieve e passa delicatamente sui sogni del vecchio Jo Farfalla.
E' una notte di sogni meravigliosi.
Jo si immagina sulla corolla del grande fiore con un costume a righe celestino, in procinto di tuffarsi in un mare di polline odoroso e morbido. Che meraviglia! ... Ma all'alba il risveglio è davvero brusco.
Lungo l'orizzonte rosato che segna la fine dei prati e l'inizio dei cieli, lembi di cielo elettrico frastagliano la volta celeste.
"Dannato Bacca ..." commenta Jo Farfalla fra sé e sé:
"... Non c'è una volta che le sbagli quelle maledette 'condi-meteo' ... dovrò agire prima del previsto!".
Detto fatto, l'omino alato zampetta fra le erbette fino al picco ove svetta il fiore tanto ambito.
"Accipicchia, che bello che è! E sembra proprio disabitato....non potevo sperare in un esemplare migliore per chiudere la stagione!".
Le sue ultime parole vengono coperte da un rombo di tuono assordante. Jo scruta il cielo preoccupato.
"Devo scendere nel calice non c'è più tempo...".
Quindi, presa la mira a mani giunte, si lascia andare nel vuoto in un perfetto, geometrico e deliziosamente plastico tuffo di testa.
A mezz'aria si avvita su sé stesso, fa una capriola all'indietro poi si distende lungo ed entra, affiliato come un grissino, nel raro calice disteso e felice.
Un soffice 'pofffff ...' si ode nitido al di fuori del fiore.
"Che meraviglia, che abbondanza!" la voce attutita del vecchio Jo Farfalla rimbomba entusiasta e poi una serie di 'ciaf, ciaf' che rimbombano facendo immaginare i piedoni dell'omino in un esaltato salterello, propiziatorio alla gran pappata.
"Accidenti ..." esclama infine Jo a bocca piena.
"Voglio portare un po' di questa meraviglia ai miei amici! Sono sicuro che Nemo riuscirà a cavarne un ottimo miele! Ora esco, vado alla tenda e cerco una bella scodella".
Così, Jo, aggrappato ai petali del fiore, si cala cauto su una roccia che spunta sotto al picco.
Il cielo sembra diventare di vetro. Un fragoroso rombo annuncia un violento acquazzone.
La farfalla viene risucchiata all'improvviso nel trombone e sbatacchiata ben bene dalla pioggia ormai scrosciante.
"Aiuto! Aiuto!" Implora Jo semi soffocato dal centro del calice.
Ma nessuno può sentirlo, né correre in suo aiuto.
La pioggia disegna tanti rivoli sul selciato e un piccolo fiumiciattolo si getta a due passi dal fiore fluttuando dall'alto picco alla terra.
Jo riesce con fatica ad emergere dal polline umido e appiccicoso e si affaccia dal calice, giusto in tempo per vedere la sua tendina e le altre carabattole strappate dal suolo nella scia d'acqua diretta a valle.
"Accidenti, tutto il mio armamentario per la raccolta del polline è andato! Maledizione!" si lagna il vecchio Jo, poi però ci pensa un po' su e aggiunge:
"Beh, a pensarci bene ... potevo esserci io lì in mezzo ... meglio non lamentarsi!"
Ma proprio in quell'istante, un rumore sinistro lo strappa dalle sue amare constatazioni.
"Per cento baccelli, che cavolo di rumore è questo? E, soprattutto, da dove arriva? Oh, cielo! Oh, cielo! Adesso che si avvicina sembra proprio un rumore... un rumore ...rotolante ... mostruosamente rotolante ...! Forse conviene che mi affacci ...".
Con tutte le forze di cui dispone, Jo si aggrappa al petalo più alto, giusto in tempo per vedere un immenso e precipitante uovo rosa rotolare proprio verso la sua precarissima posizione.
"Noooooooooo!!!" urla il vecchio disperato mentre viene travolto dall'uovo.
I due, l'uovo e Jo Farfalla, percorrono un lungo tratto insieme fatto, per lo più, di strepitose ed acrobatiche capriole.
Quindi, nel silenzio immobile della fine del temporale, cadono pesantemente sul prato.
"Ohi, ohi ..." mugugna l'omino dolorante, indi sviene.
Qualche istante dopo, un tramestio affannato e sbuffante annuncia l'arrivo di qualcuno.
"Eccolo, eccolo!" strilla Nemo da lontano.
"Dove? Dove?" chiede Frank due passi inidietro.
"Mammamia, povero Jo è svenuto!" osserva la bambina preoccupata.
"E ha anche fatto l'uovo!" sentenzia Frank stupito.
"Ma che cosa stai dicendo?" lo rimprovera Nemo .
"Oh, nulla, nulla per carità ... però ... è curioso ... ehm, anche quando arrivasti tu ci furono dei sospetti su di lui" bofonchia Frank Coccino perplesso.
"Ma quali sospetti?" .
"Beh, che avesse fatto l'uovo ... sai, puoi immaginare, avevamo fatto tutte le ipotesi possibili ..." si giustifica Frank.
"Beh, comunque le farfalle non fanno le uova. Certamente non così grandi!" sentenzia la ragazzina.
"Ohi ... ohi ..." biascica il vecchio Jo riavendosi dalla caduta.
"Nemo ... Frank ... siete voi due?" domanda lamentoso.
"Ci puoi scommettere, vecchio petalo volante!" lo rincuora affettuosamente Frank.
Jo conquista con fatica la posizione seduta, si stropiccia gli occhi, poi, fissando l'uovo, commenta allibito:
"Un altro?".
"Eh già" conferma Coccino, ma non può trattenersi dall'aggiungere:
"Sei veramente prolifico!" .
"Prolif ... cosa? Ma ... accidenti, smettila stupida coccinella! Piuttosto, ti pare normale che in questo posto cadano uova come se piovesse?" poi, rivolto alla bambina.
"Nemo? Sarà tuo parente, costui?".
"Boh...non ci avevo pensato ..." risponde lei perplessa .
Ma l'uovo non dà loro molte possibilità di riflettere sulla situazione, perché incomincia ad ondeggiare vistosamente, poi, cadendo dall'altura, incomincia a rotolare verso valle e verso la radura.
"Oh, no ... sta scappando!" urla la ragazzina.
Coccino, che in quell'istante è girato dall'altra parte la corregge:
"Naaaa, un uovo non scappa ...".
Ma Jo è con lei:
"Ha ragione la ragazza Frank, guarda: sta rotolando a tutta birra!".
I tre amici si lanciano in una corsa sfrenata all'inseguimento dell'uovo rotolante che salta, rimbalza, scivola e ricade fino a giungere sotto i fili pendenti e solenni del Bacca.
"Questa radura rischia di diventare un pollaio se non corriamo ai ripari" commenta fra sé il baco perplesso.
In quel mentre i tre giungono affannati e precipitosi.
Il Bacca domanda stupito:
"Ehi, Jo, ma non era un fiore che dovevi catturare? Cosa significa questo?".
"Non me ne parlare Bacca, ultimamente non me ne va bene una! Eccolo qua questo guastafeste ... e adesso, cosa proponete di fare?" domanda la farfalla a Frank e Nemo.
"Che si fa ... cosa ne so io ... cosa si fa con un uovo?".
"Bisognerà covarlo" propone laconico il Baco. Gli altri si voltano a guardarlo, lui ribatte pronto:
"Ah! Non guardate me gente! Mai visto un bruco covare un uovo?".
"Ah, beh, nemmeno una farfalla! Poi le mie ali non sarebbero nemmeno sufficienti ad abbracciarlo" si tira fuori Jo.
Tutti si voltano verso Frank Coccino.
"Ohi, amici, non penserete mica..." gli altri lo guardano senza dire una parola.
"Ma non ha nemmeno un puntino sul guscio...è chiaro che non è mio parente! Io ... io ... sono tutto una macchia!".
"Ma che bello!" osserva Nemo un po' offesa.
"Anche con il mio, di uovo, avete fatto questo scarica barile?" domanda guardando con rimprovero il baco, la farfalla e la piccola coccinella.
"Senti bambola, devi capire ... da quel coso potrebbe uscire chiunque! Noi siamo insettini, siamo i primi, nel ciclo biologico, a prendere il trentuno ..." si giustifica Jo torcendosi le mani dall'imbarazzo.
"E va bene" decide allora la piccola .
"Ho capito. Mi occuperò io di quest'ovetto. Sono proprio curiosa di vedere cosa esce fuori!".
Passano diversi giorni e diverse notti e l'uovo, oltre a dondolare qui e lì, non sembra avere altri programmi.
Una bella mattina, a dir la verità un po' freddina, Nemo si avvicina al Baco:
"Ehi Bacca, vado al laghetto a raccogliere qualche radice da bollire, mi dai un occhio al guscio?".
Il piccolo si lamenta.
"Ma perché io? Uffa, devo fare la tata a quel coso?" .
"E dai per favore ... devi solo controllare che non rotoli!" lo implora Nemo.
"E va bene" acconsente il baco.
"Ma, sbrigati!".
A mezzogiorno, mentre Nemo sta tornando da una proficua raccolta di sterpi, al centro della radura si ode un inconfondibile 'screep'.
"Oh cielo, questo è il rumore di un guscio che si rompe" osserva il Bacca.
"Sicuro? Secondo me sei il solito paranoico" fa eco Frank Coccino in piena siesta.
"No ... no ... no lo screep è inconfondibile!" ma Coccino lo sfotte:
"Cos'è, un ricordo della tua precedente vita di gallina?".
"Spiritoso...se non corri ad avvertire quella ragazza mi metto ad urlare e allora quelle pettegole delle formiche sapranno che coviamo qualcosa a loro insaputa e allora ...".
"E sai che dramma!" lo interrompe Frank, pigro come non mai .
"Comunque, non voglio sentire i tuoi strepitii...mi fanno venire l'otite. Andrò a chiamar ... oh-oh, guarda guarda quando si dice la combinazione...Nemo sta arrivando!".
Un altro screep rimbomba nella radura e Nemo, mollate le radici in un cespuglio, si precipita presso l'uovo.
I suoi amici osservano la scena ammutoliti.
Qualche istante di silenzio e un toc-toc leggero si perde nell'aria.
"Ha bussato" sussurra il Bacca.
"Si" conferma Nemo divertita e picchia a sua volta tre colpi sul guscio.
Dall'uovo la risposta è immediata: un ticchettio eccitato e allegro si annuncia a raffica, come a dire:
"Allora, ci sei? Perché io ci sono e sono pronto!".
Infatti poco dopo, qualcuno, dal di dentro, incomincia a demolire il guscio.
Dopo poco, un piccolo e lucido becco arancione spunta dall'involucro, quindi una testa gialla ed arruffata esce dalle rotondità dell'uovo.
Poi, due occhi dolci, dolci e neri fissano Nemo con somma serietà.
"Ben arrivata" sorride Nemo all'anatroccolo.
"Beeeep, beeeep, io sono Martino. Tu sei mia parente?" domanda il pulcino crepitando.
"Oh, no. Vedi, noi ..." tenta di spiegare la ragazzina, ma il papero non le da il tempo.
"Si! Tu sei la mia parente, siamo della stessa specie! Devi essere proprio la mia mamma ...".
Frank, un po' in disparte, ha un moto di nervosismo e borbotta:
"Ehi, bello, non è che a forza di rotolare ti è partito il cervell ...".
"Scchhhtttt!" lo rimprovera Jo Farfalla.
"Ma non lo vedi quant'è piccino? E' naturale che abbia le idee confuse!".
"Più che idee mi sembrano fisse le sue!".
"Mmmmhhh" dondola su e giù il Bacca .
"Ha già l'occhio vitreo e perso del mammone quando guarda Nemo. Mmhhh ... mi sbaglierò, ma sento odore di guai!".
"Mamma beeeep ... mamma beeeeep ... mammmma!" gorgoglia allegro l'anatroccolo.
"Senti piccolo, io vorrei essere la tua mamma, ma non vedi? Ho i capelli blu mentre tu li hai gialli ... ho il naso e tu hai il becco. Insomma, non c'è niente che ci accomuni ..." Tenta di convincerlo Nemo.
Ma l'anatroccolo non si perde d'animo e, strappando una campanella azzurra da un cespuglio, se la posa a mo' di cappello strepitando:
"I capelli sono blu! Bbbbeeeep, i capelli sono bluuuu!!".
"Cosa pensi di fare con quel fomentato?" domanda Coccino alla bambina.
"Cosa posso fare, Frank? Tu cosa mi consigli?".
"Scaricarlo nel primo pantano che trovi" risponde cinico il ragazzino.
"Ma dai, Frank! Come puoi dire una cosa del genere!" lo rimprovera Jo Farfalla.
"Beh, io non farò da balia a quel pennuto, sia chiaro!" conclude Frank non ammettendo repliche. La piccola Nemo osserva pensierosa:
"Credo che spetti a me fare qualcosa, ragazzi. E la prima cosa è fargli capire che è una papera !" chiosa infine la ragazza risoluta.
Dopo alcuni giorni passati con l'anatroccolo sempre alle calcagna, Nemo decide di portarlo ad un laghetto.
Martino è molto felice, non gli par vero di andare in gita con la mamma.
Giunti allo specchio d'acqua, Nemo si toglie la sua tunichetta e si immerge.
Martino incomincia a frignare:
"Mi stai lasciando solo, mamma!! Soloooo!! Io non voglio stare solo!".
"Se non vuoi stare solo entra nell'acqua" lo esorta la ragazzina.
"Ma io non so nuotare ..." pigola il pennuto.
"Ma si che lo sai fare! Tutte le papere del mondo nuotano!" lo rassicura Nemo battendo i piedi, mentre gli schizzi arrivano fino alla paperella che commenta stizzita:
"L'acqua è tutta bagnata! Io ho freddo ... bbeeeep ... freddo!".
"Oh, accidenti, mi doveva capitare anche il pulcino freddoloso!" borbotta Nemo un po' scoraggiata.
La prima lezione di nuoto ha un esito disastroso e la bambina, infreddolita, è costretta ad arrendersi e tornare alla radura.
"Non si sa che tipo di animale crede di essere!" racconta Nemo ai suoi tre amici mentre tenta di scaldarsi avvolta da un mantello di foglie secche.
"Per fortuna ora si è addormentato" osserva il Bacca.
"Per carità ..." replica lei scoraggiata:
"Sai che ogni mezz'ora emette un beeeep dei suoi e se non gli rispondo si alza e strepita in preda al panico?".
In capo ad un mese Nemo è decisamente molto, molto stressata.
Martino impara velocemente, ma le è sempre appiccicato.
Nemo ha insegnato all'anatroccolo a riconoscere le prede commestibili e a diffidare di certi rumori.
Alla terza lezione di nuoto, però, il papero non ha ancora infilato una zampa nell'acqua.
"Non va, non va, non va..." si lamenta Nemo con Jo Farfalla .
"Sembra proprio che l'acqua non sia il suo elemento".
"Ma Nemo, cosa dici? Si tratta di un pulcino che domani diventerà uno splendido papero! Come fa ad avere paura dell'acqua?".
"Uno splendido papero ... fai presto a dirlo tu! Intanto lui continua a girare con quella campanella blu sulla testa!".
La piccola è sempre più affranta. In effetti il pulcino, per imitare i capelli Blu della ragazzina, non fa più un passo senza indossare il curioso cappellino azzurro.
Passano ancora dei mesi e le dimensioni dell'anatroccolo incominciano a mutare, le piume da gialle diventano bianche, il collo si allunga e il suo beeep acuto e stonato diviene più profondo.
Alla radura la vita è un po' isterica, perché Martino spesso non sa dove posare le sue pinne e tutti gli insetti temono di finire schiacciati.
In una mattina di tramontana, mentre il vento spira e soffia, Martino cammina barcollando dinoccolato come sempre vicino a Nemo. Ad un tratto, una folata di vento gli porta via l'amato cappello.
Il papero, innervosito, comincia a soffiare e ad inseguire il vento che, dispettoso, fa fluttuare in aria il suo azzurro copricapo.
Fra spifferi e folate il berretto di Martino cade nell'acqua e lui, senza pensarci troppo, si tuffa d'istinto per ripescarlo e comincia a nuotare senza nemmeno accorgersene.
Dalla riva, Nemo e gli altri arrivano trafelati per vedere la scena.
"Accidenti, guarda!" esclama Frank colpito .
"Nuota che è una meraviglia!".
Fra le piccole anse del lago Martino cerca nervosamente il suo cappello quando qualcuno, fra le canne fitte lo saluta:
"Ciao, come ti chiami?".
Il papero allunga il collo, basito.
Una giovane papera lo osserva .
"Hai visto il mio cappello?" domanda Martino molto apprensivo.
"Ma i paperi non portano cappelli".
"Si che li portano, ce li hanno blu come quelli di Nemo!".
"Nemo? E chi è? Che cosa dici?" domanda incuriosita la papera.
"Cosa dici tu! Io voglio il mio cappello!" ribatte il papero picchiando l'acqua con un'ala.
"I paperi non portano cappelli, posso dimostrare quello che dico!" continua lei un po' risentita.
"Ah si? E come?".
"Guarda, basta che abbassi gli occhi ...".
"Dove?" domanda Martino .
"Qui" risponde la sua nuova amica sfiorando l'acqua col becco.
E per la prima volta il giovane papero vede riflessa la sua facciona con becco e piume arruffate.
E, grandissimo stupore, la sua immagine riflessa nell'acqua è precisa identica a quella della sua nuova amica.
"Siamo paperi" dice lei fiera, facendo un giro su sé stessa .
"Specie senza cappello!" .
"Oh, mamma, siamo uguali!" esclama Martino rapito.
"Mh-mh!" annuisce lei civettuola e continua:
"E scommetto che il tuo uovo era rosa!".
"Rosa? Si, si!" replica Martino sempre più affascinato.
"Vieni a farti un giro?" domanda lei .
Martino si volta verso la riva e vede Nemo e i suoi piccoli amici:
"Beh, veramente...vado dalla mia mamma, è laggiù che mi aspetta e...".
"Io so girare anche senza mamma e secondo me tu soffri di imprinting" lo provoca lei mostrando un po' di delusione.
"Anche io so girare senza mamma e non soffro di ... di ... niente ..." ribatte lui orgoglioso.
"E dai, allora ... fa' vedere ..." lo sfida la papera.
Martino guarda ancora un attimo verso la riva, ma poi segue la sua nuova amica.
"Guarda, la papera ha fatto colpo!" esclama entusiasta Frank.
"Accidenti, quel birbante non si è fatto scappare l'occasione ..." commenta Jo Farfalla.
Nemo, un po' in disparte, osserva Martino che nuota verso la sua nuova vita. La piccola ha un velo di malinconia.
"Accidenti mi è stato talmente addosso che adesso sento già la sua mancanza..." sussurra asciugandosi una lacrima.
Anche Frank si commuove, ma fa il finto burbero e le rifila una gomitata:
"E dai mammina, lo stagno è tondo, prima o poi ricapiterà da queste parti!".
"Eh già ..." conviene Nemo col groppo in gola.
"Così, Frank, è finita un'altra storia ... chissà se un giorno capirò anch'io a che specie appartengo" osserva pensierosa la piccola.
Jo Farfalla l'abbraccia forte:
"Io sono arci-sicuro che un giorno arriverà anche per te un 'capelli blu' con cui giocare! Me lo sento ..." le dice all'orecchio confortandola.
"E, non ci crederai, ma non sarà un papero con la parrucca!" aggiunge Frank strizzandole l'occhio e tutti e tre scoppiano in una fragorosa risata avviandosi a braccetto verso la radura.
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