o detto a Robin che le carte della contea di Nottingham le avrei procurate io...
Ma, a dire il vero, non le ho ancora reperite.
Sempre così! Dico di aver fatto qualcosa o di non avere problemi a compierla per il solo fatto di averla pensata come fattibile... Per il puro entusiasmo di voler realizzare un pensiero... perché volere fortemente questo qualcosa è già un modo per metterlo in pratica... il che, almeno, fa un'enorme differenza con la bugia.
Però, dannazione... non ho ancora quelle mappe e domani devo portarle alla riunione.
Abbiano cambiato rifugio, per paura che la grotta a Sud-Ovest di Sherwood sia ormai nota agli uomini dello sceriffo.
E' pronta una tana nel cuore della faggeta il cui accesso è coperto da un letto di foglie cadute.
Sono tra i pochi in grado di leggere; gli altri di noi, masnadieri di Sherwood, sono tutti analfabeti, Robin incluso.
E mentre ho la testa immersa in questi pensieri, ecco che si affaccia la soluzione al mio caso.
Lo scriptorium... il luogo dove potrei trovare le carte!
Aspetto che tramonti il sole.
Nottetempo entro in azione.
Arrampico il muro di cinta che delimita la cattedrale di Nottingham... arrivo fino alla seconda loggia e... con un salto, atterro all'interno.
Uff! La finestra è aperta, meno male!
Frugo tra i rotoli e le pergamene conservate e riposte sugli scaffali di legno.
Avvicino la torcia agli scaffali e scelgo trepidante un rotolo.
Lo apro e, sì! Sono salvo.
Ecco la carta della città, i sentieri del contado... gli itinerari delle carovane.
La tensione sembra abbandonare la mia schiena.
Mi sciolgo poco alla volta.
D'impulso afferro il rotolo con tutte e due le mani, la torcia in terra mi illumina dal basso.
Sono così contento che bacio la pergamena che mi ha coperto dal rischio di fare una pessima figura.
Tengo tanto alla stima di Robin... in un modo o nell'altro avrei dovuto mantenere la parola data.
Ebbene, stanotte Little John è stato in grado di recuperare delle informazioni preziose.
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Siamo in lotta, contro l'usurpatore del re e del popolo inglese... questo piccolo furto è giustificato dal nostro scopo: togliere ai ricchi per sfamare i poveri.
Stanotte anch'io ho dato il mio contributo e lascio sul tavolo dello scriptorium un sacchetto con delle mele rosse mature.
E' per risarcire in modo simbolico i monaci copisti che hanno redatto la carta.
Il covo non è facile da identificare.
Mi sembra di camminare in tondo nella foresta.
E ad ogni richiamo d'uccello, sobbalzo.
Una pioggia sottile e silenziosa rende l'aria della foresta ancor più rarefatta.
Finalmente scorgo i faggi che mi confermano la direzione.
Meno male!
Ho nello zaino il mio bottino di guerra, la mappa, e mi sembra di trasportare veramente un tesoro.
Allungo il passo ma il fiato si accorcia.
Dannazione! Sono proprio ingrassato e in scarsa forma fisica!
Ma, buon Dio, conduciamo una vita così poco allegra che non sarà un gran peccato concedersi ogni tanto qualche prelibatezza!
E mentre sono preso da questi pensieri, più che giungere alla tana, atterro con una clamorosa scivolata direttamente sul tavolo del covo, tra le risa generali dei miei compagni che vi sono seduti attorno.
"Piccolo Jo!" - esordisce Robin - "avevi per caso paura di non fare centro?".
Mi rialzo e mi sistemo il mantello sporco di foglie e terra.
"Non pensavo che l'ingresso coperto dal fogliame fosse proprio perpendicolare, sulla volta di questa caverna!".
Mi accorgo che al cappello di Robin Hood manca la piuma d'uccello.
"Chi ha spennato il tuo cappello, Robin!?!" - e tutti scoppiano a ridere, dimenticando il mio goffo atterraggio.
Poi un silenzio cade sulle nostre teste, chine sulla carta di Nottingham.
E dopo molte congetture scegliamo finalmente la traccia.
La via delle nostre razzie.
Protetta sotto molti rispetti: adeguatamente impervia e dai molti punti di fuga, con una morfologia del terreno idonea a scavare gallerie sotterranee dove trovare riparo e nascondere i bottini.
Sì, contiamo di depredare diverse carrozze e diligenze patrizie.
Quella di Giovanni, ad esempio, con i dazi che i suoi esattori raccolgono dai contadini di questo luogo.
Noi fungiamo da passamano: una mano prende e l'altra dà.
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In un mese mettiamo a punto il piano che ci porterà a soffiare le ricchezze ai ricchi.
Liberi dalle riunioni tattiche, ci godiamo una bella giornata di sole invernale..
Ci andiamo ad allenare con l'arco nonostante il freddo pungente.
Robin fa scoccare i suoi dardi con mano molto ferma sull'arco.
Il suono della vibrazione della corda è netto e il centro del tiro a segno è sempre raggiunto.
Anche quando tira bendato.
Rimango sempre affascinato dalle movenze leggere e raffinate di Robin.
Agile nel montare a cavallo e elegantemente misurato nel tiro con l'arco.
Tutti noi siam buoni tiratori ma nessuno può paragonare i propri dardi con quelli scoccati per mano del grande Hood.
Quando il sole è allo zenit ci fermiamo per mangiare qualcosa.
"Ehi Robin! Chi ti ha così amorevolmente preparato le gallette di farro con la composta di zenzero???" - James è un provocatore nato e non perde occasione per burlarsi dell'interesse di Robin per Lady Marian.
Robin non fa nemmeno in tempo a rispondere che, come se fosse piovuto dal cielo (ma forse lanciato da una fionda... ma da chi?), piomba sibilando sulla mia testa un sasso incartato da un foglio.
Chiunque lo abbia lanciato non è nostro nemico poiché evidentemente vuole metterci al corrente di qualcosa.
Intercetto in terra il sasso e lo scarto.
"Per la miseria, Robin!" - esclamo - "Senzaterra ha alzato la posta in gioco! sulla tua testa piovono fiori di ducati d'oro...".
Robin non bada a quanto sto dicendo o almeno, così pare.
E si limita solamente a commentare:
"Vorrà dire che saremo ladri mascherati... tutto sommato più stimolante!".
E beh! Diceva sul serio.
Nascosto dentro un cespuglio, ricordo questo episodio mentre aspetto il passaggio della diligenza portavalori.
Robin ed io siamo effettivamente travestiti.
Indossiamo il saio da frate.
Gli altri fratelli sono nascosti sugli alberi, pronti ad entrare in azione con gli archi.
Una vibrazione sul terreno anticipa l'arrivo della carrozza.
E' un tiro a quattro cavalli.
Robin fa un balzo improvviso e, con la testa immersa in un libro d'ore, inizia a camminare.
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Lo seguo snocciolando fra le dita il rosario.
Mi sistemo il cappuccio per essere ben coperto sul volto.
La carrozza rallenta e, come previsto... ha le insegne di Giovanni Senzaterra, in viaggio verso Templetown, dove porta le ricchezze che arraffa.
Il cocchiere chiede:
"Fratelli, avete necessità di un passaggio?".
Robin, chiude il libro d'ore.
Il segnale convenuto per gli altri.
E scatta la trappola.
Scocca una freccia che spezza la corda tesa che tiene in sospensione una serie di tronchi.
I tronchi rotolano, i cavalli s'imbizzariscono, il cocchiere si spaventa e tenta di scappare.
Gli faccio cenno che può darsela a gambe... nessuno vuole fare del male!
Giovanni si fa piccolo piccolo dentro la carrozza.
Dal retro c'impossessiamo dei forzieri mentre Robin lotta con le sue guardie del corpo.
La più veloce delle quattro estrae un coltello a serramanico.
Lo scorgo giusto un istante prima del lancio in direzione della carotide di Robin.
Gli blocco il polso, torcendoglielo con molta forza.
E' obbligato ad aprire la mano ed il coltello scivola in terra.
Assesto un buon calcio alla guardia e, non so come, riesco a raccogliere l'arma.
Nel giro di un nano secondo sono nella carrozza e minaccio di tagliare la gola a Giovanni se non si allontanano tutti da Robin.
La scena si ferma.
Le guardie ubbidiscono.
Robin riprende fiato e con un gesto ampio si leva la tunica da frate.
Viene verso il finestrino della carrozza:
"Vostra altezza senza titolo... riverisco... le vostre ricchezze che tornano al popolo vessato" - e continua - "non saranno sufficienti ma sfameranno più d'uno, nell'attesa che l'unico re d'Inghilterra, Riccardo Cuor di Leone, faccia ritorno in patria".
Giovanni è livido dalla rabbia.
"E ora abbiate l'accortezza di lasciare la carrozza... un po' di moto non farà che del bene alle vostre molli membra!".
Ciò detto gli apre la porta.
Gli altri compagni hanno legato i polsi delle guardie e ora legheranno anche Giovanni.
Il drappello con le corde ai polsi s'incammina mentre noi facciamo dietro front con la carrozza, pregustando la grande festa che faremo a Sherwood.
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